Il cinema, un ponte cinematografico tra Italia e Brasile

 

 

Luiz Nunes, un educatore indimenticabile

Sandra Bandeira Cinema, Cultura

 

In questo momento di forte crisi, il cinema è diventato un ponte di riferimento fondamentale per intrattenere miliardi di persone costrette a casa. La pandemia ha accelerato drastici cambiamenti, la chiusura delle sale, riprese ferme e festival cancellati; favorendo un nuovo modello di produzione più accessibile e vicino alle persone.

Una macchina da presa in mano e un’idea in testa è lo spirito che accompagna il regista Antonio Souza (nella foto con Sandra Bandeira) per girare il film Luiz Nunes, un educatore indimenticabile e puntare sulla Connessione Italia Brasile.Una fantastica idea nell’ambito della cinematografia brasiliana, un progetto collettivo per promuovere l’interscambio culturale, un nuovo modo di realizzare, nuovo linguaggio per fare del cinema non solo una semplice forma d’intrattenimento, ma anche un vero e proprio strumento di azione sociale e culturale. È riuscito a cominciare un cammino di riflessione sulla propria realtà, passato e presente cercando di farla conoscere al resto del mondo.

Leggete i commenti del regista Antonio Souza:Il Brasile è anche un paese ricco di contenuti per documentari, un vero catalogo di ottimi racconti per docudrammi. Durante questi 521 anni di avvistamento da parte dell’armata comandata da Pedro Álvares Cabral, gli eventi furono plasmati dagli illustri residenti, scopritori ed esploratori di queste terre.Vasto campo per chi vuole raccontare in qualche modo cosa è successo o succede qui in campagna. Ci sono tante storie che addirittura ci fanno sentire piccoli davanti a loro, però noi abbiamo fatto la nostra parte. Da oltre dieci anni abbiamo catalogato e portato sullo schermo (cinema) contenuti che si ritrovano tra i residenti delle regioni interne di l’entroterra nord e nord-est. È mia premura “salvare” quelle reliquie che si raccontano oralmente tra i contadini. Sono testimonianze che, se non registrate presto, con gli anni andranno perse. Ed è proprio con questo pensiero che portiamo avanti il nostro lavoro, con il docudrama Luiz Nunes, un educatore indimenticabile. Non poteva essere diversamente. Credo, che le registrazioni di questo film saranno salvate nel tempo. Molto di quello che è successo in questa regione del vecchio nord dello stato di Goiás, luogo, secondo testimonianze, dimenticato dal potere pubblico dell’epoca.

Una bella storia, perché quando tutto sembrava perduto, ecco che arriva un uomo disposto a insegnare, a leggere e scrivere a giovani e adulti. Il suo atteggiamento rivoluziona la regione, trasforma la fattoria Buritirana in un villaggio, e oggi, nel distretto più produttivo del capoluogo di Tocantins.

Nel 2019 avevamo già portato al cinema un altro lavoro intitolato Terra e Sangue… che si è distinto molto. Tanti siti d’informazione e tv di Stato ne hanno parlato; “Luiz Nunes …” sarà molto più rilevante, poiché tratta di un argomento che è nostalgico per quelli del tempo e curioso per i giovani studenti del 21 ° secolo. Anche se è “imbottito” di narrativa, ci proviamo per avvicinarci il più possibile agli eventi reali, per questo, oltre al rigore della sceneggiatura e della regia, abbiamo anche i familiari dell’educatore Luiz Nunes e le persone che lo hanno incontrato, persone della comunità che lavorano nel film.

Luiz Nunes, un educatore indimenticabile, sarà il grande record di educazione nell’interno del Brasile portato al cinema nel 21° secolo. Un’altra cosa molto curiosa è che il lavoro viene svolto con persone che non hanno mai pensato di cimentarsi nel mondo del cinema. Abbiamo già esperienze, avendo prodotto altri film e i protagonisti quando si vedono, sono soddisfatti del risultato. I professionisti che partecipano ai lavori lo fanno per incoraggiare la comunità ad agire. Abbiamo quattro ospiti per questo, l’attore Jota Ferreira, Basílio Brito, Feliça Maciel e la giovane Júlia Feitosa, con grande partecipazione a soap opera, serie, film nazionali e rappresentazioni teatrali nello stato di Tocantins.Docudrama non deve essere solo finzione, è positivo che sia una combinazione: in parte finzione e in parte saggistica, e per questo motivo, metto in scena persone che hanno vissuto la storia, e intendo portare il documentario più vicino alla realtà. In fondo chi ha vissuto ciò che viene raccontato, non ha bisogno di “interpretare”, ma si limita a rifare ciò di cui è stato testimone.

E la cosa affascinante di tutto questo è che il film coinvolge anche persone di comunità italiane, amici come Giuseppe d’Assenza, che si è reso disponibile per il doppiaggio narrativo del film (discorso principale), e pubblicizzare l’opera nel Paese. Tra i nostri collaboratori l’A.I.M Associazione per l’Italia nel Mondo che ha lo scopo di coltivare, accrescere e rafforzare i legami fra l’Italia, i cittadini italiani e le varie comunità italiane nel mondo il suo presidente Guido Vacca, l’amica vice segretaria per il Brasile che vivono in Italia, oltre a diversi altri italiani che si sono impegnati anonimamente a contribuire con la loro voce nel doppiaggio.

Ma ci sono anche alcuni brasiliani come il professor Wilsoni Fonseca, che per molto tempo ha vissuto con gli italiani e ha insegnato la lingua nello stato. Un partner che si unisce nella collaborazione della traduzione dell’opera.”